Quasi Sconosciuti
- Silvio Di Virgilio
- 11 set 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 19 set 2020
Ci incontrammo in un’estate straniera,
su bianchi scogli di un’isola slava,
nelle fresche acque della nostra gioventù.
Per poi perderci per pigrizia.
Ci ritrovammo in una Castra romana,
in un caldo mattino d’autunno.
Da Quasi Sconosciuti, ci riscoprimmo.
Ci esplorammo, con il timore della rivelazione
e già col sentore della perdita.
Ci amammo nel cuore dell’inverno.
Nei vicoli di città d'Abruzzo
costruimmo un nido di coperte
accanto ad un fuoco ardente.
Ci trovammo a metà strada
di due vite divergenti
ma tra loro magnetiche.
Ci riscaldammo con i nostri sguardi,
a lungo, per silenzi infiniti
di sentimenti non detti.
Ti allontanasti d’improvviso,
al sorgere della nuova primavera,
maledetta dal mutare del mondo
e delle nostre vite.
Mi lasciasti imbevuto dall’incertezza
di un sentimento non esplorato,
così caparbio
che sopravvive tenace in angoli bui,
così forte
che ancora frantuma ciò che tocca,
così sfuggente
che solo la coda dell’occhio lo trattiene.
Dispersi da maree profonde,
tornammo ad essere
quello che eravamo,
che forse sempre saremo
nei bivi infiniti della vita.
Quasi Sconosciuti.
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