Réfléchir - Tramonti
- Silvio Di Virgilio
- 19 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min
In risposta al pezzo di @rondine.giulia "Tramonti" pubblicato sul suo blog, mi sono permesso di usare una tua foto per contestualizzare -> https://diariodiunarondineblog.wordpress.com/ Seguitela, è in gambissima.
Anche a me i tramonti, od i crepuscoli a dir si voglia, toccano sempre corde particolari lasciandomi un po' stordito nella transizione così evidente e violenta di forze celesti che, normalmente, non ci impressionano poi così tanto.
Forse come hai scritto è la sensazione che, in quei brevi minuti, la natura trattenga il respiro.
E che l'uomo si illuda di cose magari non reali se non in quei fugaci, ma bellissimi, attimi.
La tua è una bella riflessione dolce-amara.
E le risposte non le avremo nemmeno al milionesimo bel tramonto.
Forse la risposta è nella natura dell'uomo, pensatrice e rimurginante. Mentale. Non si inchina mai completamente al gesto di "esistere" come il resto della natura intorno a noi, ma deve puntare più in alto. Lo vuole nel profondo.
Si pone degli obiettivi sempre troppo elevati. Sempre. E' nella nostra natura aspirare all'infinito. All'imperituro.
E quindi ci facciamo promesse che nessuno sa se potremo effettivamente mantenere. Promesse che spesso esulano, nei flussi implacabili del tempo, dalle nostre limitate forze.
Dopotutto, anche se il Sole promettesse alla Luna "brillerò per sempre solo per te, per darti la mia luce e bagnarti di essa", lui stesso, tra qualche miliardo di anni, inciamperebbe nella sua promessa. Sarebbe effimera quanto la nostra, semplicemente più estesa nel tempo. Un'illusione di eternità comprendibile solo da esseri superiori a noi.
Eppure ancora un'illusione.
E chi siamo noi per confrontarci con il Sole e la Luna?
No. Penso che tra gli esseri ritratti dalla tua foto. Quello più saggio è il terzo spettatore di quel favoloso tramonto: il gatto che guarda il mare pensando probabilmente al pesce al di sotto di esso.
Eppure, per quanto il gatto sia più saggio nel suo istinto animale, da essere umano, guardando quella foto, mi piace pensarmi al posto del ragazzo con la camicia bianca.
Socraticamente saggio, ma momentaneamente felice.

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